Per fruire del beneficio, il possessore dell’immobile deve dimorarvi e risiedervi anagraficamente col nucleo familiare
Con riferimento all’abitazione principale e le sue pertinenze, che godono di un trattamento agevolato, l’aliquota base dell’IMU è fissata allo 0,4% e al contribuente spetta una detrazione di 200 euro (aumentabile di 50 euro per ogni figlio, fino all’ottavo, di età non superiore a 26 anni, dimorante e residente nella casa).
I Comuni, tuttavia, possono decidere di abbassare l’aliquota fino allo 0,2% e aumentare la detrazione fino a concorrenza dell’intera imposta dovuta.
Ai sensi dell’art. 13, comma 10 del DL 201/2011, nel caso in cui la detrazione venga elevata sino ad azzerare l’IMU dovuta per le abitazioni principali, l’ente locale non può aumentare l’aliquota ordinaria per le unità immobiliari tenute a disposizione.
Al fine di restringere la platea di coloro che possono fruire delle agevolazioni IMU previste per l’abitazione principale e le relative pertinenze (aliquota ridotta e detrazione) l’art. 4, comma 5, lett. a) del DL 16/2012 convertito, modificando l’art. 13, comma 2 del DL 201/2011, ha disposto che il possessore dell’immobile debba dimorarvi e risiedervi anagraficamente assieme al proprio nucleo familiare.
Non solo, nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi, situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze si applicano per un immobile soltanto.
Si osservi che la norma non stabilisce alcuna caratteristica che deve avere l’immobile perché possa beneficiare dell’agevolazione; infatti, il fabbricato può essere classificato in qualsiasi categoria catastale (compreso quindi A/1, A/8 e A/9, vale a dire le categorie che raggruppano i fabbricati di maggior pregio), nonché presentare le caratteristiche degli immobili “di lusso” (di cui al DM 2 agosto 1969).
Inoltre, per fruire delle suddette agevolazioni il nucleo familiare deve contemporaneamente dimorare ed avere la residenza anagrafica in uno stesso immobile; in caso contrario (se il nucleo familiare non dimora o non ha la residenza presso lo stesso immobile, ma in due distinti immobili sul territorio dello stesso Comune), l’intero nucleo beneficia di aliquota ridotta e detrazioni per un immobile soltanto (che sarà presumibilmente quello con la rendita catastale maggiore, sempreché la scelta possa farla il contribuente).
Con tale disposizione, il legislatore ha voluto negare il regime agevolato sia all’unità immobiliare nella quale il possessore risieda anagraficamente ma non dimori (e quindi si tratti di una residenza fittizia) sia all’unità nella quale il possessore dimori (cioè abiti) ma non risieda anagraficamente.
A questo punto rimane da chiarire cosa si intende per “nucleo familiare”.
Nel caso di due coniugi che solo apparentemente dimorano in abitazioni diverse, in quanto hanno residenze anagrafiche diverse (non esiste alcun obbligo legislativo per cui in sede di matrimonio i coniugi devono avere la residenza nello stesso immobile), invece, stante la norma, l’agevolazione competerebbe per un’abitazione soltanto.
Esempio – Abitazione principale e relative pertinenze
Si ipotizzi un’unità immobiliare adibita ad abitazione principale con relativo box pertinenziale.
Compongono il nucleo familiare 3 figli conviventi e residenti di età inferiore a 26 anni (per ciascun figlio spetta la maggiorazione di 50 euro della detrazione prevista per l’abitazione principale).
Per semplicità di calcolo, sussistono i requisiti per beneficiare dell’agevolazione per l’intero anno 2012.
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Rendita catastale rivalutata |
Coeff. |
Valore catastale |
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Abitazione |
850 |
160 |
136.000 |
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Box |
120 |
160 |
19.200 |
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Aliquota base |
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0,40% |
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IMU lorda |
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620,80 (544 + 76,80) |
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Detrazione base |
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200 |
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Detrazione per i figli |
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150 |
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IMU 2012 netta su aliquota e detrazione base |
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270,80 |
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Ipotesi a) Aliquota deliberata dal Comune pari a quella di legge 0,4% |
Prima rata |
135,40 |
Prima rata |
90,27 |
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Seconda rata |
135,40 |
Seconda rata |
90,27 |
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Terza rata |
90,27 |
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Ipotesi b) Aliquota deliberata dal Comune superiore a quella di legge e pari a 0,5% |
Prima rata |
135,40 |
Prima rata |
90,27 |
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Seconda rata |
290,60 |
Seconda rata |
90,27 |
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Terza rata |
245,46 |
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Ipotesi c) Aliquota deliberata dal Comune inferiore a quella di legge e pari a 0,3% |
Prima rata |
135,40 |
Prima rata |
90,27 |
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Seconda rata |
-19,80 |
Seconda rata |
90,27 |
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Terza rata |
-64,94 |